“È un invito a sgombrare il cuore e dare accesso all’amore. Comincia così questo libretto, un inizio quasi da ouverture musicale, dove ciò che accadrà è già premesso e contenuto in sé. Parte così, con un invito all’amore e continua così, come un canto d’amore. Lontano tuttavia da qualunque compiaciuto lirismo, si offre invece bellissimo nei suoi movimenti di va e vieni, tra luce e ombra, tra tormento ed estasi, tra amarezza e illusione, tra lo sconforto e la fede che non cede. Quello che alla fine risulta infatti è la volontà dell’anima di non arrendersi, di non cedere al silenzio, al freddo dell’assenza, all’inferno della disperazione e del fallimento delle illusioni. La volontà di non morire, e cioè che l’amore non muoia…” (Dalla Prefazione di Carla Tommasina)
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Il testo di poesia di Valeria Barbanti dal titolo “Un banale pretesto”, prefato mirabilmente dalla psicologa Carla Tommasina, prende in esame, concretamente, il proprio stato d’animo, nella sua realtà organica e psicologica, nel tentativo di scoprire, esplorando la difficile area dell’amore e del suo “ab imis” più profondo, un punto di raccordo, un centro, un fondamento nascosto, che possa svelare l’identità, l’essenza immutabile, al di là di ogni modo di divenire; alla ricerca di una catarsi dell’anima, del cuore e della mente, parole reiterate più volte nel fluire dei versi. (Dalla Postfazione di Lia Bronzi)