ANTONELLA BAUSI

ITINERARI FIORENTINI E TOSCANI

Narrativa – Collana “Iris Florentia” n. 13

“Il pregio di questo nuovo libro di Antonella Bausi è quello di aver affidato alla sua mano narrativa particolarmente felice, un patrimonio di vita vissuta, tradizioni, aneddoti, episodi, leggende e credenze popolari che ci aiuta a capire e rivivere la socialità di tempi passati. Le storie e gli aneddoti sono tessuti da un filo invisibile che lega il presente al passato, raccontando la Firenze che non si vede nelle guide turistiche e la Toscana che non si fotografa mai completamente. Sono storie di persone che hanno attraversato queste terre, di incontri casuali e scoperte inaspettate, di momenti che sfuggono alla memoria comune ma che, se ascoltati con attenzione, rivelano il carattere e la vita pulsante di questa stupenda regione. Dalle leggende che si intrecciano con la realtà territoriale, alle curiosità legate ai grandi nomi che hanno fatto la storia, ogni aneddoto è un tassello che arricchisce il mosaico complesso della nostra identità. Firenze e la Toscana sono il palcoscenico di un’infinità di vicende piccole e grandi, che si nutrono di passione, desideri, curiosità, osservazioni e di continua ricerca nelle pieghe della quotidianità.” Dalla Prefazione di Luciano Artusi

MARGHERITA BONFRATE

EMOZIONI DI LUNA LUCENTE

Poesia – Collana “Il volo della Fenice” n. 30

La musicalità della parola poetica è filosofia di vita, in questa raccolta di poesie dal titolo “Emozioni di luna lucente” di Margherita Bonfrate, per quel dolce e misterioso abbracciare la parola che va a formare concetti filosofici. A far da cornice, fin dagli inizi, la natura della bellezza della città dei due mari, capace di dare un input a sentimenti profondi dell’anima, poiché ne fuoriesce un’aura avvolgente, anche quando sia il pessimismo a prevalere (…) mentre l’elemento equoreo del mare, presente in varie liriche, ne caratterizza l’aspetto mediterraneo della poetica, tipico del sentire spirituale del Sud. (…) Sofferenza e decisione di tono, dunque, che sostengono la forza di questa poetica, estremamente moderna, ma per ossimoro più dolce e ricca di sentimento quando apre con il titolo “Emozioni di luna lucente”, che di per sé già preannuncia sentimenti propri, atti a risvegliarne altri nell’animo del lettore. (…) Un insieme che abbraccia tutto ciò che anima la vita del pianeta e la nostra, della quale spesso ci dimentichiamo di onorare il privilegio arrecato dalla bellezza cosmica ma anche quella dell’accrescere i rapporti umani che, se ben coltivati, possono restituire alla vita la speranza. Dalla Prefazione di Lia Bronzi

SILVIA POLIDORI

LA POESIA NELL’ERA DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Saggsitcia – Collana “Paradosis” n. 31

La poesia composta dall’uomo ha ancora ragione di esistere nell’era dell’intelligenza artificiale (IA)? Adesso che gli algoritmi possono produrre versi e rime in tempo reale, con risultati brillanti, che valore ha per l’uomo la poesia? Il presente saggio si propone di rispondere a questi interrogativi attraverso un’indagine sulla poesia come prodotto e come atto di creatività umana. A partire da un excursus filosofico sull’uomo, passando per le norme internazionali che regolano l’IA, mette a confronto il prodotto umano con quello della macchina. Conclude sostenendo la necessità della poesia come espressione dell’identità umana e del piacere dell’esistenza!

ALESSIA DE LUCA

LA VILLEGGIATURA

Poesia – Collana “Il volo della Fenice” n. 29

Il viaggio esistenziale, compiuto dalla poetessa Alessia De Luca, si esprime per tappe eterogenee ma al contempo dotate di uguale significanza, quella dell’appartenenza al medesimo ceppo di vita che è l’umanità tutta. Tutte tappe atte ad evidenziare un comune sentire, ricco anche di bellezza mediterranea per l’elemento equoreo del mare e delle coste sabbiose, emananti una forza poetica che diviene bellezza, emozione dello spirito e dell’anima, ma anche stato di sensualità latente, che assurge a simbolismo di vita, fatica di essere donna, quando ancora ciò era vero su tutte le latitudini planetarie. Un insieme, quindi, dove si avverte le fil rouge di realtà e musicalità, in quanto l’autrice è anche compositrice di canzoni che hanno ottenuto importanti riconoscimenti, per questo è più facile apprezzarne, ad orecchio, il timbro espresso da chi frequenta la notazione di Guido Monaco, che rende moderna la stessa opera “La villeggiatura”, sincera e reale, capace di trasmettere forti emozioni. Dalla Prefazione di Lia Bronzi

ALICE NEGRO

VIAGGIO POETICO ED ESISTENZIALE DI CATERINA TROMBETTI. DALLA FRESCHEZZA DELL’INCONTRO A UN MARE DI POESIA (CON PERCORSO DIDATTICO)

Saggistica – Collana “Paradosis” n. 30

Alice Negro, curatrice della biografia totale di Caterina Trombetti, ne va a cogliere in pieno il viaggio di vita, così come ben si intende dalle liriche fluenti, per pacatezza musicale e profondità di concetti, tale da esaltarne la figura sia di donna colta, attenta e atta a ricevere sensazioni che ottiene quale dono, sia dalla vita che quelle provenienti dal genere umano stesso, cosicché aderente alla realtà che sembra guidare gli Stati planetari dove è necessario che la pace divenga urgenza universale; il tutto eseguito dalla giovane laureata Alice Negro che ne presenta il profilo critico con spiccata attenzione ai valori, praticati dalla poetessa stessa, e dalle tecniche letterarie che sono giunte con esercizio del comporre raccolte di poesia. Non possiamo che condividere il lavoro della tesi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria presentata all’Università degli Studi di Torino nell’anno accademico 2022-23, in quanto sappiamo anche che nella vita del quotidiano Caterina ha amato tuffarsi in acqua, così come volare con il deltaplano, in cerca sia di profondità che di volo alto verso ciò che è più spirituale, cosa che ne caratterizza al contempo la scrittura. Un aspetto fondamentale, notato e apprezzato da una persona giovane, merito particolare che fuoriesce con valore pedagogico e propedeutico nei confronti di coloro che leggeranno questa tesi universitaria, cosa che non accade sempre nella lettura, specialmente quanto si tratta di poesia. Lia Bronzi

joan josep barcelÓ i bauÇà

SAKURA

Poesia – Collana “Il volo della Fenice” n. 28

“sakura” di Joan Josep Barceló i Bauçà è un condensato di sentimenti e pensieri che spontaneamente traboccano in parole, incantati dal Giappone. È un’espressione dell’esperienza esistenziale del poeta Joan. La spiritualità e le sottigliezze emotive che fluiscono attraverso i sakura toccano le corde del cuore di coloro che vivono oggi perché viviamo tutti sulla stessa Terra, un’unica vita all’interno del ciclo dell’energia cosmica. La raccolta di poesie è divisa in capitoli: si inizia con “la fioritura dei ciliegi in Giappone” seguito dai nomi delle città giapponesi come: “Uenohara”, “Tokyo”, “Nagoya”, “Kyoto”, “Osaka” e “Nara”. / “sakura” by Joan Josep Barceló i Bauçà is a condensation of the feelings and thoughts that spontaneously overflowed into words, enchanted by Japan. It is an expression of the poet Joan’s existential experience. The spirituality and emotional subtleties flowing through sakura touch the heartstrings of those living today because we are all living on the same Earth, one life within the cycle of cosmic energy. The collection of poems is divided into chapters: it begins with “cherry blossoms in Japan” followed by the names of Japanese cities. 𝑫𝒂𝒍𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒆𝒇𝒂𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝑹𝒊𝒌𝒂 𝑰𝒏𝒂𝒎𝒊

FEDERICO CINTI

INTARSI DI LUCE. LA ROSA E LA FARFALLA

Poesia – Collana “Il volo della Fenice” n. 27

Nella raccolta poetica, dal titolo “Intarsi di luce. La rosa e la farfalla”, il poeta cerca di affermare quei momenti che si aprono ad intarsio nella realtà e che, al contempo, sanno arricchirla di importanti visioni di luce. In tal senso, il poeta stesso divide l’intera raccolta per tappe di un viaggio che è storia di vita vissuta a cui dona titoli che hanno piena corrispondenza con la propria interiorità, che si esprime metaforicamente con gli elementi della natura. Citiamo i titoli che testualmente recitano: “Preludio”, “Albe di primavera”, “Meriggi di estate”, “Tramonti di autunno” e “Notturni di inverno”, che dal punto di vista della tradizione iniziatica si possono sintetizzare con le parole: “albedo”, “rubedo” e “nigredo”. Dalla Prefazione di Lia Bronzi

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“L’uomo che amava le rose” di Fabio Mazza

Mentre ci troviamo sull’orlo del precipizio della storia contemporanea, per la minaccia nucleare che sovrasta l’equilibrio del pianeta, a causa dell’insensatezza di uomini che, con follia, lanciano missili sul consorzio civile e umano, alla nostra redazione giunge questo testo dal titolo “L’uomo che amava le rose”, che possiede contenuti del tutto ossimorici, i quali si oppongono alla situazione contestuale, per quel saper sviluppare concetti di bellezza. La raccolta è costituita da nove racconti, relativi ad episodi di vita vissuta e vera, che hanno tutto l’afrore e il sapore della freschezza della fantasia umana, rielaborata da un autore, che aveva esercitato il lavoro di giudice, in primo luogo in Corte d’Appello, dove si revisionano le sentenze di primo grado, e in Corte di Cassazione, a chiusura della sua brillante carriera professionale, quale è quella di Fabio Mazza, affermandosi in tal senso, come persona ricca di oggettività ed equilibrio. Il testo si realizza come viaggio alla ricerca del tempo perduto, fino a giungere ai limiti del diaframma che va concretizzandosi con l’avvicinamento alla morte, per dare un senso all’evolversi della stessa vita.

“Piccole e grandi storie. Le poesie. Volume 1” di Stefano Patera

«Già fin dal titolo della raccolta, si può apprezzare come l’opera possegga un proprio registro narrativo e autobiografico, teso alla ricerca del senso della vita. Titolo che recita: “Piccole e grandi storie”, delle quali del resto ne è caratterizzato lo stesso iter esistenziale dell’artista, dotato della giusta creatività e volontà, atte ad affrontare disagi e difficoltà, ma anche adatte ad ottenere grandi e meritate soddisfazioni. In tal senso, Patera lavora letterariamente sulle orme dei francesi Paul Éluard, Louis Aragon, Jacques Prévert e dell’italiano, Premio Nobel, Salvatore Quasimodo. Poeti del sentimento e dell’amore, ma anche compositori di versi a difesa dei problemi sociali del dopoguerra. Lo scorrere delle liriche ci offre una poetica del positivismo, tipico di chi ha inseguito un sogno, che va a realizzarsi, dopo sacrifici, affrontati con forza ed entusiasmo. Questo primo volume è ricco di liriche contenenti una loro tipica poesia d’amore, in senso lato, poiché rivolto ai luoghi più belli dal punto di vista naturalistico dell’Europa, alle città più ricche d’arte del mondo e alla donna. Un amore avvolgente ed elegante, dai molteplici aspetti, che sa valutare la bellezza delle cose, compresa la cultura, senza la quale non si potrebbe spiegare il senso della vita… » Dalla Prefazione di Lia Bronzi

“Il grande Verga. La narrativa e il teatro” di Marco Sterpos

L’autore si è assunto il compito di onorare con questo libro il centenario della morte di Giovanni Verga non certo nell’intenzione di scrivere una commemorazione rituale, ma perché spinto da un amore per il grande scrittore siciliano, in lui già nato negli anni degli studi giovanili, e dalla convinzione che Verga sia stato il protagonista e il maestro di una grandiosa rivoluzione narrativa ed espressiva che ha investito con la sua ondata innovativa non solo la narrativa del secondo Ottocento ma anche quella del Novecento: secolo nel quale praticamente tutti i romanzieri hanno dovuto in quale modo confrontarsi con lui. Partendo da queste premesse l’autore si è cimentato in un discorso che abbracciasse l’intera opera verghiana, sia nel campo della narrativa che in quello del teatro, nell’intenzione di destinare tale discorso sia agli studiosi di letteratura, anche “specialisti” di Verga, sia ai lettori che, pur interessati agli studi letterari hanno poca o nessuna dimestichezza con il maestro. Ripercorrendo dunque tutta la parabola dell’opera verghiana l’autore parte dal Verga preverista autore di alcuni romanzi “mondani” ambientati nell’alta società (capitolo I) per passare a illustrare la nuova poetica verista sotto il cui segno nascono la “rivoluzionaria” novella Nedda e la raccolta Vita dei campi (capitolo II) e giunge con I Malavoglia il primo grande romanzo verista (capitolo III). Il capitolo IV dà invece conto della produzione degli anni tra il 1882 e il 1887: soprattutto le raccolte Novelle rusticanePer le vieVagabondaggio nelle quali Verga, senza abbandonare il territorio del verismo, insiste nella sua ricerca stilistica ed espressiva che approderà a un nuovo grande romanzo. Tale romanzo, naturalmente il Mastro-don Gesualdo, viene esaminato nel capitolo V, e considerato come il risultato più alto di tale ricerca. Parte dello stesso capitolo V e il capitolo VI sono dedicati all’ultimo Verga nel quale, dopo la prodigiosa fioritura del grande decennio narrativo (1880-1889), la sua geniale potenza creativa si va affievolendo, fino a estinguersi prematuramente senza che egli riesca a scrivere il romanzo La duchessa di Leyra che doveva essere il terzo del progettato Ciclo dei vinti. Il settimo e ultimo capitolo prende in esame il teatro, mostrando come anche in quel campo Verga sia stato innovativo, specie con la memorabile Cavalleria rusticana che, rappresentata nel 1884, è universalmente ritenuta il dramma che apre la via al teatro verista italiano. L’autore tiene a ribadire che il più importante obiettivo che egli intende raggiungere con questo libro è quello di far entrare nel mondo del grande narratore anche lettori non iniziati alla letteratura: e ciò non certo a discapito del rigore scientifico, anzi con l’intenzione di offrire un contributo non irrilevante alla critica verghiana. Per raggiungere un obiettivo così arduo, l’autore ha ritenuto che la strategia migliore fosse quella di tornare a farsi lettore fra i lettori del maestro e di offrire nel suo libro i risultati di questa lettura, con la più grande abbondanza di citazioni volte a dar la parola allo stesso Verga: ciò con chiarezza, semplicità e fedeltà ai testi, in modo da comunicare ragionamenti e conclusioni accessibili a tutti. Insomma l’autore ha ritenuto di poter offrire di Verga soprattutto una lettura personale, naturalmente attenta alle opinioni espresse dagli studiosi in tutto un secolo di critica verghiana.

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La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo.

(Friedrich Nietzsche)

Per la valutazione dei dattiloscritti partecipare al “Premio Internazionale Letterario e Artistico Setteponti” – II Edizione 2025

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