GUSY FRISINA
LUNA PERDUTA
Poesia – Collana Il volo della Fenice n. 25
“… Da un veloce volo pindarico, su alcuni versi, si evince come Giusy Frisina, in corrispondenza con un proprio crescere spirituale, compia un viaggio, che ha dell’iniziatico, a partire proprio dalla prima lirica che dona titolazione anche all’intera raccolta. Ed è molto affascinante e misterioso quell’osservare la Luna di luglio, che non appare burlona e sorridente, ma severa e misteriosa come il crescere di un anima tormentata. Ci basterà ricordare che per ogni processo di conoscenza si addica l’assioma latino che recita: «Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem». Questa volta, il punto di riferimento non è la pietra nascosta nel cuore, ma una Luna che sembra preavvertire le difficoltà della vita…” Dall’Introduzione di Lia Bronzi
MARTIN PALMADESSA e sante serra
LA FORZA DELLE FRAGILITÀ
Poesia – Collana Il Volo della Fenice n. 21
giovanni ronzoni
VENTANNIDOPO. LE CORBUSIER PITTORE SCULTORE DESIGNER E VIAGGI VERSO NORD/OVEST
Arti Visive – Collana Artē
Le Corbusier Pittore Scultore Designer e Viaggi Verso nord/ovest – 14 aprile 4 giugno 2023
IL PROGETTO
Il Maestro ebbe a dire in uno dei suoi svariati “pensieri” di grande valenza intellettuale e di sintesi: “Mi si riconosce come architetto e non mi si vuole riconoscere come pittore; eppure è attraverso la pittura che sono approdato all’architettura.”
L’opera di Le Corbusier è sempre stata una “luce” nella mia professione di architetto, e varie “circostanze“, sin dai primi anni ’80 del passato secolo, mi hanno avvicinato alla figura di un grande uomo, Charles Édouard Jeanneret, noto con lo pseudonimo di “Le Corbusier”; di natività svizzera, divenuto successivamente a tutti gli effetti, francese, ed insignito architetto con Laurea ad honoris causa, rivelandosi certamente una delle figure più importanti nel diorama culturale mondiale del passato secolo.
Occasioni mi hanno spinto a proporre nel 2003 il progetto di una grande mostra dedicata al Maestro e tenutasi nell’allora Civica Galleria d’Arte Contemporanea del Comune di Lissone, ora MAC (Museo di Arte Contemporanea), in accordo collaborativo con l’allora Assessore alla Cultura Daniela Ronchi e in collaborazione con la Fondation Le Corbusier di Parigi, ad illustrare la figura nella sua interezza, e da diverse angolazioni, non solo come designer, ma anche e soprattutto come pittore e scultore. Infatti mi interessava presentare in modo particolare questi ultimi due aspetti del suo “fare”, spesso misconosciuti e messi in ombra dalla sua attività di architetto, per la quale ha raggiunto fama mondiale.
A vent’anni esatti, grazie all’Assessore alla Cultura Carolina Minotti, fiancheggiata dal Dott. Massimiliano Cazzaniga, dopo aver condiviso passioni accomunanti, si riapre il “LOCUS” dell’ex Osservatorio del Colore/magazzino merci, da tempo dimenticato, dandogli nuova fertile Vita, e assumendo un ruolo significante per la cultura, con una mostra che “rimanda” al sopracitato e significante evento dedicato all’opera del Maestro Le Corbusier… Giovanni Ronzoni
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“L’uomo che amava le rose” di Fabio Mazza
Mentre ci troviamo sull’orlo del precipizio della storia contemporanea, per la minaccia nucleare che sovrasta l’equilibrio del pianeta, a causa dell’insensatezza di uomini che, con follia, lanciano missili sul consorzio civile e umano, alla nostra redazione giunge questo testo dal titolo “L’uomo che amava le rose”, che possiede contenuti del tutto ossimorici, i quali si oppongono alla situazione contestuale, per quel saper sviluppare concetti di bellezza. La raccolta è costituita da nove racconti, relativi ad episodi di vita vissuta e vera, che hanno tutto l’afrore e il sapore della freschezza della fantasia umana, rielaborata da un autore, che aveva esercitato il lavoro di giudice, in primo luogo in Corte d’Appello, dove si revisionano le sentenze di primo grado, e in Corte di Cassazione, a chiusura della sua brillante carriera professionale, quale è quella di Fabio Mazza, affermandosi in tal senso, come persona ricca di oggettività ed equilibrio. Il testo si realizza come viaggio alla ricerca del tempo perduto, fino a giungere ai limiti del diaframma che va concretizzandosi con l’avvicinamento alla morte, per dare un senso all’evolversi della stessa vita.
“Piccole e grandi storie. Le poesie. Volume 1” di Stefano Patera
«Già fin dal titolo della raccolta, si può apprezzare come l’opera possegga un proprio registro narrativo e autobiografico, teso alla ricerca del senso della vita. Titolo che recita: “Piccole e grandi storie”, delle quali del resto ne è caratterizzato lo stesso iter esistenziale dell’artista, dotato della giusta creatività e volontà, atte ad affrontare disagi e difficoltà, ma anche adatte ad ottenere grandi e meritate soddisfazioni. In tal senso, Patera lavora letterariamente sulle orme dei francesi Paul Éluard, Louis Aragon, Jacques Prévert e dell’italiano, Premio Nobel, Salvatore Quasimodo. Poeti del sentimento e dell’amore, ma anche compositori di versi a difesa dei problemi sociali del dopoguerra. Lo scorrere delle liriche ci offre una poetica del positivismo, tipico di chi ha inseguito un sogno, che va a realizzarsi, dopo sacrifici, affrontati con forza ed entusiasmo. Questo primo volume è ricco di liriche contenenti una loro tipica poesia d’amore, in senso lato, poiché rivolto ai luoghi più belli dal punto di vista naturalistico dell’Europa, alle città più ricche d’arte del mondo e alla donna. Un amore avvolgente ed elegante, dai molteplici aspetti, che sa valutare la bellezza delle cose, compresa la cultura, senza la quale non si potrebbe spiegare il senso della vita… » Dalla Prefazione di Lia Bronzi
“Il grande Verga. La narrativa e il teatro” di Marco Sterpos
L’autore si è assunto il compito di onorare con questo libro il centenario della morte di Giovanni Verga non certo nell’intenzione di scrivere una commemorazione rituale, ma perché spinto da un amore per il grande scrittore siciliano, in lui già nato negli anni degli studi giovanili, e dalla convinzione che Verga sia stato il protagonista e il maestro di una grandiosa rivoluzione narrativa ed espressiva che ha investito con la sua ondata innovativa non solo la narrativa del secondo Ottocento ma anche quella del Novecento: secolo nel quale praticamente tutti i romanzieri hanno dovuto in quale modo confrontarsi con lui. Partendo da queste premesse l’autore si è cimentato in un discorso che abbracciasse l’intera opera verghiana, sia nel campo della narrativa che in quello del teatro, nell’intenzione di destinare tale discorso sia agli studiosi di letteratura, anche “specialisti” di Verga, sia ai lettori che, pur interessati agli studi letterari hanno poca o nessuna dimestichezza con il maestro. Ripercorrendo dunque tutta la parabola dell’opera verghiana l’autore parte dal Verga preverista autore di alcuni romanzi “mondani” ambientati nell’alta società (capitolo I) per passare a illustrare la nuova poetica verista sotto il cui segno nascono la “rivoluzionaria” novella Nedda e la raccolta Vita dei campi (capitolo II) e giunge con I Malavoglia il primo grande romanzo verista (capitolo III). Il capitolo IV dà invece conto della produzione degli anni tra il 1882 e il 1887: soprattutto le raccolte Novelle rusticane, Per le vie, Vagabondaggio nelle quali Verga, senza abbandonare il territorio del verismo, insiste nella sua ricerca stilistica ed espressiva che approderà a un nuovo grande romanzo. Tale romanzo, naturalmente il Mastro-don Gesualdo, viene esaminato nel capitolo V, e considerato come il risultato più alto di tale ricerca. Parte dello stesso capitolo V e il capitolo VI sono dedicati all’ultimo Verga nel quale, dopo la prodigiosa fioritura del grande decennio narrativo (1880-1889), la sua geniale potenza creativa si va affievolendo, fino a estinguersi prematuramente senza che egli riesca a scrivere il romanzo La duchessa di Leyra che doveva essere il terzo del progettato Ciclo dei vinti. Il settimo e ultimo capitolo prende in esame il teatro, mostrando come anche in quel campo Verga sia stato innovativo, specie con la memorabile Cavalleria rusticana che, rappresentata nel 1884, è universalmente ritenuta il dramma che apre la via al teatro verista italiano. L’autore tiene a ribadire che il più importante obiettivo che egli intende raggiungere con questo libro è quello di far entrare nel mondo del grande narratore anche lettori non iniziati alla letteratura: e ciò non certo a discapito del rigore scientifico, anzi con l’intenzione di offrire un contributo non irrilevante alla critica verghiana. Per raggiungere un obiettivo così arduo, l’autore ha ritenuto che la strategia migliore fosse quella di tornare a farsi lettore fra i lettori del maestro e di offrire nel suo libro i risultati di questa lettura, con la più grande abbondanza di citazioni volte a dar la parola allo stesso Verga: ciò con chiarezza, semplicità e fedeltà ai testi, in modo da comunicare ragionamenti e conclusioni accessibili a tutti. Insomma l’autore ha ritenuto di poter offrire di Verga soprattutto una lettura personale, naturalmente attenta alle opinioni espresse dagli studiosi in tutto un secolo di critica verghiana.
La grandezza dell’uomo è di essere un ponte e non uno scopo.
(Friedrich Nietzsche)
Coming Soon!
IN USCITA ad aprile 2024
“Insegnare la letteratura” di Sante Serra
Collana: Fuori collana
L’intento dell’antologia di brani qui proposti, corredati da una serie di attività didattiche che intendono guidare lo studente nella comprensione e nell’interpretazione del testo letterario a livello tematico, linguistico ed esegetico, è quello di stimolare la partecipazione attiva del discente anche in vista delle prove, sia scritte che orali, inerenti all’Esame di Stato. Questo presuppone la formalizzazione del proprio apprendimento attraverso esercizi scritti che tengano conto, mettendola a frutto nel percorso ricettivo e di rielaborazione, della fitta rete di relazioni che intercorre tra il testo in analisi e l’ambito socio-culturale e storico che lo ha prodotto, con un occhio di riguardo al percorso esistenziale e artistico del letterato. Viene coinvolta in questo excursus, oltre alla letteratura italiana, a cura di Massimo Seriacopi, quella inglese, a cura di Clara Vella.
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