“Visibile parlare” di Maria Beatrice Di Castri e Massimo Caria

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Comporre nella misura di un breve haiku non è solo assecondare una pura folgorazione, ma tentare di costruire una forma, un piccolo cesellato origami intorno ad un’intuizione lirica che combina insieme la visione estemporanea di un paesaggio esterno, o anche di un dettaglio, e la risposta del sentire interiore che ne viene rapito: chi scrive non cerca se stesso, ma solo una forma adatta a contenere quel momento. Occorre spostare il baricentro dall’io-lirico e lasciare che la parola sia accarezzata dallo spunto esterno: da un albero, da una luce, dal profilo di una montagna, dall’incresparsi della luce sul mare, o anche dal microcosmo di uccello, di un riflesso sul vetro. La poesia nasce come risposta della parola a questa carezza.

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Descrizione

Maria Beatrice Di Castri (Firenze 1967) è laureata in lettere classiche e tra i suoi interessi si occupa in particolare di critica dantesca, di studi su Primo Levi e la Shoah; collabora con la rivista di immagini, politica e cultura “Il Grandevetro”. Tra le varie pubblicazioni di poesia, Il sudario di Laerte (edito nel 2011 presso le edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli) e Doppi nodi (Helicon, 2020); è docente di materie letterarie al Liceo “Machiavelli” di Firenze e mamma di due figli.

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Massimo Caria (Sassari, 1956) è un artista visivo. Si occupa di pittura, digital art, video, design, grafica e art direction. Ha all’attivo quattordici mostre personali in Italia e all’estero. È presente nella collezione permanente dell’Arthotek Museum di Colonia. Insegna Disegno e Storia dell’Arte al Liceo “Machiavelli” di Firenze. Scrive di nascosto.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.2 kg
Dimensioni 16.5 × 12 × 1.3 cm

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