“Povera Squola… Un prof senza più speranze racconta” di Salvatore La Moglie

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Un anziano professore di Scuole Superiori ha deciso, con amarezza, di lasciare anzitempo il lavoro di docente perché non ce la fa più a proseguire fino a quasi sessantotto anni per poter andare in pensione. Avrebbe voluto andarci prima, dopo tanti anni di entusiasmante ma, poi, sempre più difficile e logorante lavoro in una Scuola che, negli ultimi venti-trenta anni, è profondamente cambiata e, secondo lui, in peggio, tutta da rifare e da reinventare. Amareggiato, deluso e disgustato da un mondo in cui non si riconosce più e in cui si avverte inadeguato e fuori luogo, ha, dunque, deciso di dimettersi, per disperazione, qualche anno prima che scatti il momento – che appare sempre più lontano – del pensionamento. Intanto, ciò che gli resta di più caro sono l’affetto di tanti alunni, vecchi e nuovi, e le sue memorie di carismatico e mitico prof e, così, rivolgendosi a un suo amico scrittore, gliele consegna affinché ne faccia un romanzo dal quale emerga la propria visione della Scuola: una Scuola creativa, che insegni veramente a pensare e ad essere cittadini sempre più consapevoli della complessità del mondo globalizzato in cui viviamo e, quindi, meglio preparati ad affrontarlo; una Scuola in cui l’insegnante riesca a lasciare veramente un segno nei suoi allievi, dai quali riesca a trarre il meglio di essi fino a farne degli artisti, delle menti pensanti e creative, come dimostrerà il finale del romanzo. Un romanzo dal quale emerge uno spaccato della storia e della società italiana degli ultimi trent’anni e che vuol essere una disperata denuncia dell’estremo svilimento e burocratizzazione della figura del docente; una lucida, spietata e anche amara testimonianza sullo stato della Scuola italiana degli ultimi trent’anni, nonché sull’assurdità di un sistema pensionistico che impedisce il ricambio generazionale e, quindi, il rinnovamento del personale nei luoghi di lavoro, costringendo i più giovani a un lungo precariato che impedisce loro ogni progetto di vita, primo fra tutti quello di farsi una famiglia, avere dei figli e contribuire alla continuazione della specie umana.

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Descrizione

Salvatore La Moglie è nato a Lauropoli (CS). Laureato in Lettere a Milano, nel 1998 ha pubblicato il suo primo romanzo La stanza di Pascal (Pellegrini) e, nel 2000, Il cocchio alato del tempo (Rubbettino). Tra il 2017 e il 2018 sono state pubblicate, da Aletti, la raccolta di poesie La parola che resiste, i Profili letterari del Novecento, la silloge Il poeta è un minatore; da Macabor una fiaba che dà il titolo alla raccolta Caporal Tabacco e altre storie e il racconto lungo Hanno rapito Moro! Nel 2020, sempre per Macabor, ha pubblicato la nuova edizione de Il cocchio alato del tempo, il racconto lungo Hanno ucciso Moro!, la silloge Il poeta e la pandemia e la nuova edizione dei Profili letterari del Novecento, mentre per Edizioni Setteponti la nuova edizione de La stanza di Pascal e la silloge I poeti non scrivono sulla sabbia. Nel 2021, sempre per Setteponti, ha pubblicato i saggi Dante e il romanzo della Divina Commedia. Inferno e, nel 2022, Dante e il romanzo della Divina Commedia. Purgatorio, Conoscere la poesia di Corrado Calabrò. Quinta dimensione, Che cos’è la Divina Commedia e, ad oggi, Povera squola… Collabora con alcuni periodici di letteratura e cultura. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti e i testi pubblicati in svariate antologie. Dal 2020 risulta tra i poeti accreditati su WikiPoesia, Enciclopedia poetica.

Informazioni aggiuntive

Peso 0.3 kg
Dimensioni 21 × 14.8 × 0.9 cm

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