È quasi un “Lectio Magistralis”, questa tracciata dal magistrato Fabio Mazza, per il fine propedeutico e pedagogico che le è insito, secondo la forma del romanzo storico. Infatti il protagonista stesso, Altero, cresciuto alla luce delle idee illuministe, dalle quali è provenuto l’influsso laico-risorgimentale, diviene seguace di Giuseppe Garibaldi, preferendolo per l’operosità e il fascino naturale che emanava, qualità importanti per il raggiungimento dell’Unità d’Italia. Nella vita di Altero entrerà, con forza e passione, l’amore nei confronti della popolana Giuditta, al punto che il giovane principe aveva progettato di vivere con lei in una campagna appartenente alla sua stessa famiglia, dopo la guerra. Ma l’importanza del romanzo, dal titolo “Due brevi eterni sogni”, è dove soffia il vento della storia, cioè la “via regia” tracciata dal Risorgimento italiano, condotta da Fabio Mazza con metodo scientifico, attraverso efficaci ed importanti documenti. Infatti l’autore, con la sua penna, sa ben fissare, in modo sotteso, ciò che di nobile sta alle radici della nostra attuale Repubblica, e con sapienza letteraria e in modo elegante ben trasmette al protagonista della storia le scelte di vita nelle quali sono ravvisabili i principi che ispirarono i grandi italiani di un periodo irripetibile, quando l’Italia ancora viveva la condizione di uno Stato nello Stato, con “Il Vaticano” e tutte le implicazioni di libertà sofferte che implicava l’autorità dello stesso, possedendo ancora il potere temporale. In tal senso, il lettore potrà comprendere meglio quanto, da lontano, venivano le proprie radici, che a ben pensare sono ravvisabili anche nel Rinascimento toscano. Sarà utile approfondire come la nostra attuale Costituzione del 1948 si sia ispirata alle due costituzioni precedenti del 1798 e quella risorgimentale del 1849. Ben ha interpretato l’autore Fabio Mazza lo spirito del profondo italico, non ancora laicamente libero, in quanto egli sa volgersi a ritroso per attingere valori, che fanno stare ancora bene, psicologicamente, spiritualmente, ma anche socialmente ed esistenzialmente, come il trinomio “liberté, égalité, fraternité” che stanno alla base di ogni principio democratico e anche nel rispetto della Carta dei Diritti dell’Uomo, comprensivi dell’amore, che da solo, può riempire una vita umana. La narrazione, in tal senso, rispetta la propria storia, poiché da essa può infiorare ancora le vie percorse e da percorrere dell’umano sentire, proprio come dice l’antico adagio “Historia magistra vitae”. Dal Saggio introduttivo di Lia Bronzi